22.10.03

Di tanta gente la misera fin
Su Kaminadalab un invito a guardare gli sbarchi dei clandestini da una prospettiva critica e meno emotiva. Non sono poveri, disperati, miserabili morti di fame coloro che tentano l'approdo sulle coste italiane, osserva Michele Costantini: "Chi in Africa vive nella miseria e nella fame, muore, non emigra. Chi emigra lo fa con l'appoggio di una rete sociale, della famiglia e lo fa più con un'ottica imprenditoriale, quasi ad effettuare un investimento dal rischio elevato ma adeguatamente calcolato". Michele ha conosciuto qualche aspirante migrante nei suoi viaggi in Mali e Senegal. "A volte erano persone estremamente consapevoli di quello a cui andavano incontro, ed anche persone dotate, nelle dovute proporzioni, di uno status sociale, di una professione, di una base di capitale, di una progettualità economica".
Per un parallelo con gli italiani che nel secolo scorso si imbarcavano viaggiando stipati in sala macchine per raggiungere l'America e l'Australia è sempre utile uno sguardo a Siamo tutti emigranti.

1906: affonda il vapore Sirio, 700 morti