20.1.04

Meglio poter scegliere di star bene
Sulla Stampa di ieri ecco una tirata contro chi armato di nuovi medicinali "sta preparando l'assalto alle nostre notti".
A scrivere è Marina Verna, che pare pensarla come Serra qualche giorno fa su Repubblica (vedi post dell'8 gennaio) sull'intrusione dei medicinali nelle nostre vite quando lancia l'allarme: "L’insonnia è la nuova frontiera del business farmaceutico, affamato di crescita e di terreni da seminare". Attenti, dice la Verna, "degli insonni non più del 40% viene diagnosticato come tale, e solo la metà di questi viene trattata con farmaci. Tutti gli altri - ecco il ghiotto mercato! - si rassegnano a un sonno tormentato o praticano i rimedi della tradizione: esercizio fisico, dieta, orari regolari".
Guardatevi dunque dagli studi farmacologici più avanzati che promettono pillole senza effetti collaterali, continua: "Perché soffrire tanto, suggeriscono le sirene della chimica, se una pillola concilia tutto: sonno e veglia? Anzi: perché non migliorare addirittura la qualità del sonno di chi già dorme, allungando la meravigliosa fase Rem, quella profonda dei sogni? Che interferire nei processi naturali del sonno sia un’operazione a rischio sui tempi lunghi, le sirene lo nascondono. Per fortuna Ulisse ci ha spiegato come difenderci".
Ora, convivendo con un insonne so quanto difficile sia una giornata dopo una notte agitata, sonniferi o meno. Quindi ben vengano la ricerca e la possibilità di scegliere nuovi medicinali. Finché non me li somministreranno a forza (ma la nostra Costituzione - articolo 32 - ancora ci tutela) le fobie allarmistiche della Verna mi spaventano davvero poco.