23.4.04

Libertà di informazione - 2
Da noi la situazione non è grave come in Corea, ma non è nemmeno seria. Lo dimostra l'approvazione in parlamento europeo, anche da parte dei nostri rappresentanti, del rapporto Boogerd-Quaak sulla libertà di informazione che segnala come particolare caso critico l'Italia. Gli unici davvero seri sono ancora una volta i radicali, che hanno votato contro il rapporto. "Coloro che oggi hanno qui messo sotto accusa Berlusconi, per decenni hanno essi stessi creato praticato e imposto l'essenziale di quello che oggi continua ad accadere, ovviamente aggravandosi, nel nostro paese", dice Marco Pannella commentando la scelta di votare no.
"Il voto di giovedì sul rapporto Boogerd-Quaak sulla libertà d'informazione costituisce per noi radicali un'opportunità per denunciare decenni di illegalità del sistema radiotelevisivo italiano, - si leggeva in una lettera aperta diffusa prima del voto - contro il quale abbiamo condotto lotte anche drammatiche, il più delle volte isolati e ostracizzati dalle forze politiche della partitocrazia italiana. La relazione che sarà votata contiene alcune di quelle denunce, anche grazie all'approvazione degli emendamenti radicali nella commissione libertà pubbliche, in particolare relativamente ai pronunciamenti della Corte Costituzionale, dell'Autorità garante delle telecomunicazioni, della Commissione di Vigilanza, nonché i riferimenti agli effetti distorsivi della concorrenza conseguenti a un utilizzo abusivo del canone pubblico per un servizio pubblico che tale non è. Essa comporta però anche una serie di passaggi esclusivamente strumentali alla "rissa italiana"".