22.7.04

Concorrenza, tasse, lavoro: meglio in Inghilterra

Montezemolo con la sua concertazione non mi convince, soprattutto dopo aver letto questo pezzo.
In molte parti dell'Europa continentale la disoccupazione resta alta e la concorrenza dell'Europa dell'est (ma anche di paesi come la Cina) è talvolta indicata come colpevole. Ma l'Inghilterra, con un mercato del lavoro flessibile e tasse relativamente basse, non ha avuto difficoltà ad attirare investimenti stranieri o a creare impieghi. Nonostante abbia perso dal 1996 750mila posti di lavoro nelle fabbriche, di cui molti trasferiti in Europa orientale, è riuscita meglio dei vicini a ricostituire il mercato del lavoro. Lo spirito imprenditoriale e i piani per la creazione di impiego inglesi sono ancora tristemente assenti in gran parte d'Europa. Una soluzione possibile, dicono gli analisti, è che l'Europa continentale vada verso un modello britannico e abbandoni le economie di mercato sociale che hanno assicurato mezzo secolo di tranquillità lavorativa. I legislatori nella zona euro non hanno saputo intraprendere quelle revisioni radicali del mercato del lavoro e delle politiche fiscali che secondo gli analisti aumenterebbero la competitività e hanno finito per affrontare la minaccia mettendo pezze. In alcuni casi fanno fronte comune per cercare di prevenire la concorrenza: Francia e Germania, per esempio, stanno appellandosi a Bruxelles per fissare una soglia minima alle tasse europee sulle imprese nel tentativo di fermare ciò che chiamano il "tax dumping" dei nuovi paesi membri. Invece in Austria, in Olanda e in Irlanda... Vale la pena di leggersi tutto l'articolo di Eric Pfanner sull'IHT