Margherita... margherita...
Rutelliana, con tanto di tessera della Margherita e di certificato elettorale per votare alla convenzione comunale. E non lo sapevo. Mi viene in mente una canzone di Memo Remigi, parafrasandola: sapessi com'è strano, scoprirsi rutelliani a Milano… Sì, perché la lettera che mi invita al voto e mi invia il certificato, firmata da Francesco Rutelli in persona, è arrivata al mio vecchio indirizzo milanese, dove ho abitato per un annetto. Un recapito, tra l'altro, che non conoscono in molti e che avevo lasciato giusto a qualche ufficio stampa, un paio di gallerie d'arte e qualche istituzione.
Nella lettera Rutelli mi parla di democrazia, di libertà, di controllo e trasparenza. "Cara… – scrive – la Margherita ha scelto la strada dell'adesione diretta dei cittadini e dunque di essere un partito senza barriere d'ingresso". D'accordo, non è bello mettere buttafuori sulla porta del partito. Ma non è elegante nemmeno mettere i buttadentro. E a me, invece, qualcuno dentro mi ha buttato.
Sarà perché la Margherita è un partito aperto. Lo dice anche il presidente nella lettera indirizzata proprio a me: "Un partito aperto. Anche capace di difendersi adottando le giuste misure di garanzie e controllo, nell'interesse dei suoi iscritti e del proprio progetto politico". Bene, se il partito cura il proprio progetto politico così come tutela gli iscritti, siamo davvero a posto.
A questo punto voglio sapere dov'è finita la mia tessera. Mi avete iscritto, voglio almeno vederla. Chiamo il dipartimento organizzativo della Margherita a Roma. Mi dicono che poco prima di ricevere il certificato avrei dovuto avere via posta anche la tessera. Che però nella buchetta milanese non c'è. Rispondono che starà arrivando. E dire che proprio la spedizione delle tessere nominative, mi spiega Rutelli nella sua missiva, ha rappresentato uno dei momenti di controllo e trasparenza. Sì, d'accordo "ha anche evidenziato, seppure in piccola misura – ammette – inaccettabili irregolarità, consentendoci di intervenire con immediatezza".
Quasi quasi accolgo l'invito del presidente e vado anche io alla convenzione. Serve la cartà d'identità. Ma la data di nascita non coincide: la Margherita mi ha regalato un giorno, un mese e cinque anni in meno. Sarà stato un errore di trascrizione, assicurano da Roma: "Che facciamo, aggiorniamo i dati?".
Lo stesso pezzo è comparso oggi sul Corriere Romagna, senza pseudonimo :-)
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